Weekend sostenibile a Monaco di Baviera: tra bici, cibo, vintage, surf urbano

20/07/2025

🤝 Post realizzato in partnership sponsorizzata con Visit Germany e Lufthansa – #AD

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Agognavamo esplorare per un weekend una destinazione vicinissima all’Italia, a poco più di 1 ora di volo, dove respirare un po’ di aria fresca (e non solo 🙂), con un sacco di attività moderne e innovative grazie alla sua attenzione verso la sostenibilità.

A proposito di sostenibilità: per arrivarci abbiamo volato con Lufthansa, che è sempre una garanzia perchè ci permette di raggiungere e connetterci in modo rapido ed efficiente con le nostre passioni ed interessi.. e a Monaco di Baviera abbiamo scoperto un sacco di attività insolite, tra il nostro amato outdoor e shopping vintage che abbiamo amato. Ora vi racconto!

Piccola nota Green: le GREEN FARES Lufthansa sui voli europei che ho apprezzato moltissimo!

  • si riducono del 20% le emissioni di CO₂ correlate al volo grazie all’utilizzo di Sustainable Aviation Fuel (SAF)

  • il restante 80% delle emissioni di CO₂ viene compensato attraverso un contributo equivalente a progetti di qualità per la tutela del clima

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🚶‍♀️ Benvenuti a Monaco di Baviera!!


Siamo arrivati, dopo poco più di 1 ora di volo, a Monaco di Baviera, nel sud della Germania.
Monaco è conosciuta spesso come la città della birra per l’Oktoberfest, la festa della birra più grande del mondo che qui si svolge e attira circa 6 milioni di visitatori ogni anno. Qui la tradizione birraria è viva tutto l’anno grazie ai famosi biergarten e alle storiche birrerie come la Hofbräuhaus!

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Ma Monaco non è solo birra, è anche sostenibilità!

Monaco è una città bike-friendly

  • È super bike-friendly, perché ha una rete di piste ciclabili di circa 900 km

  • È una delle città tedesche dove è più facile muoversi in bici

  • La città è relativamente piatta, quindi è perfetta per andare in bici anche per chi non è allenato

  • Ha anche il Radlring, un anello ciclabile che collega i vari quartieri intorno al centro (serve a rendere più sicuro e diretto l’attraversamento della città senza pedalare in mezzo al traffico)

  • Monaco è piena di parcheggi per bici!

Noi abbiamo fatto un paio di percorsi per scoprire tutta la città in bici, trovi qui maggiori info:
https://www.munich.travel/en/topics/sports-leisure/grand-city-tour-by-bike


L’Englischer Garten è uno dei parchi cittadini più grandi del mondo: è perfino più grande di Hyde Park a Londra e del Central Park di New York.
Puoi fare picnic, andare in bici o semplicemente passeggiare.

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Qui si pratica anche surf urbano, su una piccola sezione del fiume Eisbach, un canale artificiale derivato dall’Isar, che scorre nell’Englischer Garten. È uno dei più famosi al mondo! Il punto preciso dove vedere le persone surfare (ne rimarrete incantati!) è:
ponte di Prinzregentenstraße, noto anche come Eisbachbrücke, appena dopo l’ingresso al parco vicino al museo Haus der Kunst.
Qui si forma la celebre onda chiamata Eisbachwelle.

Piccola chicca aggiuntiva da raggiungere in bici: la Alte Utting! È un locale ideato all’interno di una vecchia nave, la MS Utting, che in passato navigava sul Lago Ammersee vicino a Monaco. Quando fu dismessa, invece di rottamarla, è stata portata sopra un vecchio ponte ferroviario nel quartiere di Sendling e trasformata in un locale super creativo e amato!

Alimentazione vegana a Monaco

Anche sull’alimentazione Monaco è all’avanguardia:

  • Tantissimi locali vegani o vegetariani

  • Facilissimo trovare piatti plant-based praticamente ovunque

  • Tantissima cucina etnica

  • Anche nei supermercati

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Festival estivi a Monaco

Monaco è una città molto vivace in estate, con:

  • Eventi culturali e musicali all’aperto

  • Mercatini di artigianato

  • Musica, installazioni, street food e cibo da tutto il mondo

Come il Tollwood Summer Festival all’Olympiapark!

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Shopping vintage 


Monaco è famosa anche per la grande quantità di negozi vintage e second hand, dove acquistare:

  • Vestiti e accessori di seconda mano

  • Con una varietà davvero impressionante

Molto carina l’idea di farsi un “urban trekking” all’insegna dello shopping vintage, con uno zaino da riempire di acquisti!

Ho amato il quartiere di Glockenbachviertel:  una zona creativa con boutique vintage, negozi di seconda mano, caffè che sono delle vere chicche e concept store.

Non perdetevi anche i quartieri di Maxvorstadt, Ludwigsvorstadt e Schlachthofviertel!

I mezzi di trasporto pubblici sono efficienti e capillari a Monaco, anche di sera o weekend: qui trovate l’ U-Bahn (metropolitana) e S-Bahn (treni suburbani), tram e autobus. Si può esplorare non solo la città ma anche la Baviera con i mezzi in modo rapido!

Se vi muovete solo all’interno di Monaco, potete utilizzare il biglietto giornaliero (Tageskarte), la München Card o il München City Pass. Se invece desiderate utilizzare tutti i treni regionali e i mezzi pubblici a Monaco, acquistate il Bayern Ticket (oppure la München Card o il München City Pass).

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 Escursioni in giornata: il lago Tegernsee


Grazie ai mezzi puoi arrivare in un’ora di treno a splendide località alpine per:

  • fare trekking

  • fare un bagno in un lago

Noi siamo partiti al mattino con tutta calma anche perchè i treni hanno corse fino a tardi, perfetto per escursioni giornaliere da Monaco!

Noi siamo andati al Tegernsee, si può arrivare con un’ora di treno dalla stazione centrale di Monaco: ci sono treni molto frequenti, davvero comodo!

Qui vi consiglio di fare un salto al centro informazioni che si trova a pochi passi dalla stazione dei treni e chiedere informazioni per il miglior trekking o attività da fare a seconda del meteo o del tempo a disposizione.

Noi ci siamo goduti la giornata fresca per fare una passeggiata lungo il lago, dove si trova un meraviglioso lungo lago (Si può fare tutto il giro del lago, sono circa 20 km!) fermandoci a prendere un caffè. Atmosfera davvero rilassante!

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Spero che questa guida a Monaco di Baviera vi sia piaciuta, alla prossima avventura!

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Da ‘Ma che cavolo è?’ a ‘Fuoco di Sant’Antonio’: sintomi, trattamenti e la mia esperienza

27/01/2025

Da ‘Ma che cavolo è?’ a ‘Fuoco di Sant’Antonio’: sintomi, trattamenti e la mia esperienza

Hai mai sentito parlare del Fuoco di Sant'Antonio? Scopri come l'herpes zoster mi ha preso di sorpresa e leggi la mia esperienza con i sintomi e il trattamento!

Caro diario,

Brucia, formicola e non smette mai.

Un inizio inaspettato

È iniziato tutto venerdì sera, sono andata a truccarmi per prepararmi ad una cena con le amiche, mi sono guardata allo specchio e ho visto un rigonfiamento vicino alla palpebra, che sembra quasi un’improvvisa ciste sottopelle.

“Ma da dove cazzo è uscita? “Ho pensato.
“Mi sarò stuzzicata l’occhio, passerà”

Il dolore inaspettato

Mentre ero a cena, occhialuta e a quel punto struccata, poggio la testa sulla mano e sento dolore.

“Ma perchè ora ho dolore al collo? Ci manca solo lo stiramento da palestra”  ho pensato.
“Stiramento in questo punto? Impossibile!”
Tocco, e sento una pallina grossa e dolente al tatto.

Benone, è il linfonodo.

“Strano, mi avranno punto e mi avrà fatto infezione”,penso.
“Domani sarà passato, intanto metto un po’ di ghiaccio!”

Il risveglio con nuovi sintomi

Il giorno successivo mi sveglio con la palpebra sempre gonfia, un po’ arrossata e con delle vesciche come di acqua ed un dolore bruciante perpetuo. Sempre un po’ per caso mi accorgo che il linfonodo dell’orecchio è leggermente gonfio e molto dolente al tatto.

La consultazione medica

Così io e la mia ipocondria, alla quale adesso con il senno di poi posso allegramente stringere la mano, ci diciamo che qualcosa sicuramente non va e andiamo alla guardia medica.

“Hai mai preso la varicella? Sei vaccinata per la varicella?”

Sono abbastanza vecchia per far parte di quella generazione di bimbi che non sono stati vaccinati in età infantile per la varicella e che se la sono presa, e questo mi ha portato con più facilità a quello che ho scoperto essere solo il giorno dopo, con un’analisi più approfondita.

La diagnosi: Fuoco di Sant’Antonio

Il fuoco di Sant’Antonio, il temutissimo, nonché nome popolare di una malattia virale chiamata herpes zoster, causata dallo stesso virus che provoca la varicella: il varicella-zoster.

Ho scoperto che dopo che una persona ha avuto la varicella, il virus rimane latente nei gangli nervosi e può riattivarsi anni dopo, causando l’herpes zoster, noto appunto come fuoco di Sant’Antonio.

Si manifesta come un’eruzione cutanea dolorosa con vesciche piene di liquido, che tendono a scoppiare e a seccarsi nel giro di qualche settimana. La malattia colpisce principalmente una zona del corpo, solitamente un lato, e si sviluppa lungo un nervo specifico.

A me… ha scelto il viso.

Le complicazioni e il trattamento

Non vi dirò le possibili complicazioni di questa cosa, soprattutto se si sviluppa vicino all’occhio. Ed io che pensavo di essere stata fortunata a non aver avuto sfoghi subito ampi!
Sono preoccupanti. E dato che spesso il Fuoco si manifesta dopo periodi di forte stress (vedi pagine precedenti)… meglio non stressarsi penso a questi piccoli dettagli. Ma solo che, avendo comunicato entro 72 ore i farmaci, possa andare tutto bene!

Ti aggiorno, caro diario.

P.S. Se non sei vaccinato, puoi farlo e/o vaccinare i tuoi bimbi per la varicella: informatevi dal vostro medico curante!

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Cosa Fare in Finlandia: Itinerario di 7 Giorni tra Lapponia e Aurora Boreale

25/01/2025
Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l'aurora boreale.
Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l’aurora boreale.

Viaggio in Finlandia: Itinerario di 7 giorni in Lapponia tra Magia e Natura

Tra un “Viaggio mentale” e una pagina di diario, ho deciso di utilizzare questo spazio per condividere con voi le informazioni utili per organizzare fantastici viaggi, inclusi quelli che mi hanno visto protagonista in luoghi incantati come la Lapponia finlandese. Ogni tappa, ogni angolo di questa terra magica, è stata un’esperienza unica che voglio raccontarvi nel dettaglio.

Recentemente, ho avuto la fortuna di visitare la Finlandia in inverno, un’esperienza incredibile, tra paesaggi innevati e la possibilità di ammirare l’aurora boreale. Vi racconto quindi il nostro itinerario di 7 giorni in Lapponia e alcune informazioni pratiche per chi vuole organizzare una vacanza in questa regione straordinaria.

Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l'aurora boreale.
Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l’aurora boreale.

Itinerario Finlandia: 7 giorni in Lapponia

GIORNO 1: Volo Milano – Helsinki, visita di Helsinki con deposito bagagli in stazione, treno notturno per Rovaniemi.
GIORNO 2: Arrivo a Rovaniemi, deposito bagagli in stazione, visita del centro città (McDonald’s di Babbo Natale, ufficio postale, shopping) e partenza nel tardo pomeriggio per Kemi. Pernottamento a Kemi.
GIORNO 3: Giornata a Kemi: rompighiaccio e visita della città. Ritorno a Rovaniemi in treno e check-in in hotel.
GIORNO 4: Esplorazione di Santa Claus Village e visita all’Ufficio Postale di Babbo Natale. La sera, caccia all’aurora boreale.
GIORNO 5: Partenza per Levi, trekking alla Santa’s Cabin, visita del paese e pomeriggio al parco Arcandia.
GIORNO 6: Giornata a Inari/Ivalo: escursioni e possibilità di ammirare l’aurora boreale nella notte polare di dicembre.
GIORNO 7: Rientro a Rovaniemi e volo di ritorno per Milano in serata.

Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l'aurora boreale.
Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l’aurora boreale.

Info Utili per un Viaggio in Finlandia a Basso Costo

1. Rompighiaccio a Kemi

Per un’esperienza unica a bordo di un rompighiaccio, vi consiglio di acquistare i biglietti tramite il sito Experience365. Noi abbiamo approfittato del Black Friday per risparmiare. Le escursioni partono due volte al giorno da Kemi, facilmente raggiungibile in treno da Rovaniemi. Se visitate la Finlandia in inverno, questa è un’attività da non perdere, soprattutto a fine stagione, quando il mare artico è completamente congelato.

2. Come Fotografare l’Aurora Boreale

Per immortalare l’aurora boreale, impostate la fotocamera o il telefono a 1x con esposizione in modalità notte per circa 10 secondi, mantenendo il dispositivo immobile. Per vedere l’aurora, scaricate l’app Aurora per monitorare le probabilità e la posizione in tempo reale. I luoghi migliori per vederla sono lontano dalla luce cittadina, quindi noleggiate un’auto o partecipate a un’escursione organizzata. Se soggiornate in un alloggio su un lago ghiacciato, avrete una vista privilegiata (ma attenzione alle nuvole!).

3. Santa Claus Village e Ufficio Postale di Babbo Natale

Per visitare il famoso Santa Claus Village, potete prendere il bus numero 8 da Rovaniemi. I taxi sono costosi (noi abbiamo pagato 6€ al minuto!), quindi vi consiglio di utilizzare i mezzi pubblici. L’ingresso al parco è gratuito, ma se volete soggiornare lì, prenotate con largo anticipo per trovare prezzi più convenienti. Il cibo al parco è piuttosto caro, quindi portatevi degli snack da fuori se possibile.

4. Arcandia a Levi

Situata a Levi, Arcandia è una destinazione magica famosa per i suoi sport invernali. Potete prenotare l’ingresso al parco tramite il sito ufficiale www.arcandia-en.com. L’ingresso costa 20€ e include la visita al parco, con tantissime attività per adulti e bambini, come il tiro con l’arco, le motoslitte per bambini, e il lancio dell’accetta. Se la neve è scarsa, alcune attività potrebbero non essere disponibili.

5. Santa’s Cabin Trekking

Per visitare la Santa’s Cabin a Levi, dovete raggiungere la pista da sci W.3, sciare verso la baita sulla destra o, se a piedi, prendere la Gondola2000 e scendere lungo la pista. La capanna è famosa grazie al film “Christmas Story” ed è un luogo incantevole da visitare in inverno.

Spero davvero di esservi stata d’aiuto :)

Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l'aurora boreale.
Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l’aurora boreale.
Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l'aurora boreale.
Viaggio in Finlandia: itinerario in Lapponia tra Rovaniemi, Kemi, Levi e l’aurora boreale.

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A 37 anni ho capito cos’è il Burnout (forse)

23/01/2025

Viaggi mentali #3

Il viaggio verso il recupero inizia con il fermarsi.
Il viaggio verso il recupero inizia con il fermarsi.

Come ho affrontato il burnout: la mia esperienza e come prevenirlo

Caro Diario,

A 37 anni ho scoperto una cosa nuova di me, insieme a molte cose che ho esplorato su di me nell’ultimo anno e mezzo, e ho la sensazione che la scoperta di sé stessi non finirà mai nella nostra vita. È una prospettiva bella, ma che mina le fondamenta delle proprie sicurezze.

Ho sentito parlare tanto di burnout ma pensavo che fosse un qualcosa che mai e poi mai potesse capitare a me: sempre piena di energie, stimoli, e di cose che desidero fare dal profondo del cuore.

E invece è successo. Cioè, non so se la parola giusta per definire ciò che mi è successo è burnout, ma sicuramente la sua definizione si avvicina a ciò che ho provato io alcuni mesi fa.

Cos’è il Burnout e Come Riconoscerlo

Oggi ho chiesto a ChatGPT (mi sento una super Boomer, ma da quando l’ho scoperto è praticamente diventata la mia fonte inesauribile e rapidissima di informazioni) e mi ha detto che:

“Il burnout è uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale causato da stress prolungato, sovraccarico o la sensazione di essere sopraffatti. In genere, il burnout porta a sensazioni di stanchezza intensa, distacco emotivo e mancanza di motivazione.”

I sintomi sono la stanchezza cronica, difficoltà a dormire, mal di testa o problemi gastrointestinali, sensazione di essere sopraffatti, svuotati emotivamente, o disinteressati alle attività che prima risultavano gratificanti, diminuzione della produttività, difficoltà a concentrarsi, percezione che ciò che fai non abbia valore.

Ti è mai capitato di sentirti cosi?

Le Cause del Burnout: Non Solo Lavoro

Ok, a quel punto, grazie al mio amico AI, ho avuto la conferma che le cause (beh, alcune di esse immagino) non riguardino meramente il lavoro come invece forse molti pensano:

  • Avere troppe cose da fare in troppo poco tempo è una causa principale.
  • Sentirsi privi di potere decisionale su come svolgere il proprio lavoro o le proprie responsabilità.
  • Non sapere cosa ci si aspetta da te o ricevere feedback contraddittori.
  • Sentirsi isolati, senza il sostegno di colleghi, amici o familiari.

La Mia Esperienza con il Burnout: Come Sono Arrivata al Limite

La verità è che sono arrivata, un po’ di tempo fa, “PIENA”. E con piena intendo che ero satura in tutti i modi possibili. Provavo diversi dei sintomi che il mio amico AI mi ha elencato così bene. Ero arrivata così piena da procurarmi la nausea nel pensare a determinate cose, a determinati meccanismi. Ero arrivata così piena da ciò da procurarmi la nausea.

Così mi sono fermata, nel modo, seppur parziale, in cui per me era possibile fermare quei meccanismi che mi stavano (mi avevano) “riempita” fino a saturarmi.

Ci ho messo 8 giorni pieni per stare un po’ meglio, e ho scoperto che più si tira la corda, più il burnout (o la soglia di pienezza, come dico io) è alta, più ci vuole per stare meglio, per recuperare.

Come Prevenire e Affrontare il Burnout: Il Primo Passo è Ascoltarsi

Perché ti sto raccontando questo? Perché oggi, ricordandomi quei momenti, mi sono ascoltata. Nonostante avessi una lista infinita di cose da spuntare (forse fare continuamente liste di cose da spuntare non è d’aiuto e dovrei rivedere la mia strategia di organizzazione per infilare più cose possibili in una giornata), nonostante la giornata fosse già lunghissima, ho sentito di nuovo quella brutta sensazione e mi sono ascoltata.

Dopo X ore (non ti dico quante, per non triggerarti), ho “staccato” da ciò che mi stava di nuovo riempiendo troppo. Con sensi di colpa? Sì. Ma l’ho fatto.

E volevo raccontartelo perché sia il primo passo per riuscire ad ascoltarmi davvero di più.

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Mussolini, la Serie TV e il racconto dei nonni per non dimenticare (Anche se Fa Paura)

21/01/2025

Viaggi mentali #2

Mussolini, la Serie TV e Perché Non Dobbiamo Dimenticare (Anche se Fa Paura)
Mussolini, la Serie TV e Perché Non Dobbiamo Dimenticare (Anche se Fa Paura)

Caro Diario,

La Serie TV ‘M il Figlio del Secolo’ e il Fascismo in Italia

È uscita una nuova serie TV intitolata M il figlio del secolo. Ne hai sentito parlare?
La serie racconta la storia di Mussolini, presentata con uno stile grottesco, innovativo ed estremamente inquietante, con sottili e anche no, invettive verso i tempi odierni.

“Make Italy grat again”, dicono nella serie.

Dopo ciò che abbiamo visto in TV, e non mi riferisco alla serie TV ma alla cruda realtà di questi giorni, tutti siamo sempre più preoccupati.

Testimonianze dei nonni dal Ventennio Fascista: Una Memoria da Non Dimenticare”

Di queste paure ne ho parlato con una persona che ha 92 anni e che è nata durante il ventennio fascista. Aveva poco più di 10 anni durante la guerra e conserva ancora memoria di quei tempi bui.

Ne ho parlato anche con una persona, un baby boomer, ma anche custode dei ricordi di suo nonno e del mio bisnonno, che ormai non ci sono più.

Mi hanno raccontato della paura di quei tempi, di come, anche se non la pensavi come loro, eri costretto a cambiare la tua ideologia per vivere e lavorare, seppur solo come facciata. Per lavorare, dovevi essere iscritto al partito fascista. Altrimenti, oltre a perdere il lavoro, rischiavi la vita.
“Ma come mai ai suoi comizi le piazze erano sempre piene, in tutta Italia nonostante tutto?” La risposta mi hanno detto che era semplice: erano piene di paura, grazie alla paura. Ed il sabato, nella giornata del fascismo, vestiti come piccoli fascisti, i bambini andavano ad aiutare la patria raccogliendo (o rubando) pezzi di metallo per costruire le armi per la guerra. E nel tempo libero, affamati e disperati, rischiavano la vita strisciando di notte, carponi, sotto le tende dei tedeschi in cerca di cibo.

“Ma nel paese dove vivevate, avete visto violenze da parte di tedeschi e americani?”
Sì, quando arrivano i tedeschi con un compito ben preciso: scendere dal camion con un piccolo esercito di pastori tedeschi addestrati a catturare umani. Partigiani. E fecero una strage sulle montagne.

E poi la cioccolata. Tanta cioccolata, regalata dagli americani. Che pensavo forse un clichet ma effettivamente è diventato un simbolo di quei tempi.

Primo Levi e la Memoria Storica: Un Monito per le Nuove Generazioni

Ricordo che Primo Levi diceva che, quando anche le ultime persone che avessero avuto memoria diretta fossero morte, se ne sarebbe persa la memoria di quei tempi bui.
Primo Levi ha sempre sottolineato l’importanza di non dimenticare. La società avrebbe comunque dovuto mantenere viva la memoria storica di quei tempi per evitare che simili atrocità si ripetessero. Levi temeva che la memoria storica, se non custodita gelosamente, potesse svanire, portando le nuove generazioni a sottovalutare il pericolo di ideologie totalitarie. “La memoria storica è ciò che ci impedisce di ripetere gli errori del passato”, scriveva.
Dal 1922, anno della marcia su Roma, sono passati da poco 100 anni, e quelle parole rimbombano ancora nella mia testa.

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