A 37 anni ho capito cos’è il Burnout (forse)

23/01/2025

Viaggi mentali #3

Il viaggio verso il recupero inizia con il fermarsi.
Il viaggio verso il recupero inizia con il fermarsi.

Come ho affrontato il burnout: la mia esperienza e come prevenirlo

Caro Diario,

A 37 anni ho scoperto una cosa nuova di me, insieme a molte cose che ho esplorato su di me nell’ultimo anno e mezzo, e ho la sensazione che la scoperta di sé stessi non finirà mai nella nostra vita. È una prospettiva bella, ma che mina le fondamenta delle proprie sicurezze.

Ho sentito parlare tanto di burnout ma pensavo che fosse un qualcosa che mai e poi mai potesse capitare a me: sempre piena di energie, stimoli, e di cose che desidero fare dal profondo del cuore.

E invece è successo. Cioè, non so se la parola giusta per definire ciò che mi è successo è burnout, ma sicuramente la sua definizione si avvicina a ciò che ho provato io alcuni mesi fa.

Cos’è il Burnout e Come Riconoscerlo

Oggi ho chiesto a ChatGPT (mi sento una super Boomer, ma da quando l’ho scoperto è praticamente diventata la mia fonte inesauribile e rapidissima di informazioni) e mi ha detto che:

“Il burnout è uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale causato da stress prolungato, sovraccarico o la sensazione di essere sopraffatti. In genere, il burnout porta a sensazioni di stanchezza intensa, distacco emotivo e mancanza di motivazione.”

I sintomi sono la stanchezza cronica, difficoltà a dormire, mal di testa o problemi gastrointestinali, sensazione di essere sopraffatti, svuotati emotivamente, o disinteressati alle attività che prima risultavano gratificanti, diminuzione della produttività, difficoltà a concentrarsi, percezione che ciò che fai non abbia valore.

Ti è mai capitato di sentirti cosi?

Le Cause del Burnout: Non Solo Lavoro

Ok, a quel punto, grazie al mio amico AI, ho avuto la conferma che le cause (beh, alcune di esse immagino) non riguardino meramente il lavoro come invece forse molti pensano:

  • Avere troppe cose da fare in troppo poco tempo è una causa principale.
  • Sentirsi privi di potere decisionale su come svolgere il proprio lavoro o le proprie responsabilità.
  • Non sapere cosa ci si aspetta da te o ricevere feedback contraddittori.
  • Sentirsi isolati, senza il sostegno di colleghi, amici o familiari.

La Mia Esperienza con il Burnout: Come Sono Arrivata al Limite

La verità è che sono arrivata, un po’ di tempo fa, “PIENA”. E con piena intendo che ero satura in tutti i modi possibili. Provavo diversi dei sintomi che il mio amico AI mi ha elencato così bene. Ero arrivata così piena da procurarmi la nausea nel pensare a determinate cose, a determinati meccanismi. Ero arrivata così piena da ciò da procurarmi la nausea.

Così mi sono fermata, nel modo, seppur parziale, in cui per me era possibile fermare quei meccanismi che mi stavano (mi avevano) “riempita” fino a saturarmi.

Ci ho messo 8 giorni pieni per stare un po’ meglio, e ho scoperto che più si tira la corda, più il burnout (o la soglia di pienezza, come dico io) è alta, più ci vuole per stare meglio, per recuperare.

Come Prevenire e Affrontare il Burnout: Il Primo Passo è Ascoltarsi

Perché ti sto raccontando questo? Perché oggi, ricordandomi quei momenti, mi sono ascoltata. Nonostante avessi una lista infinita di cose da spuntare (forse fare continuamente liste di cose da spuntare non è d’aiuto e dovrei rivedere la mia strategia di organizzazione per infilare più cose possibili in una giornata), nonostante la giornata fosse già lunghissima, ho sentito di nuovo quella brutta sensazione e mi sono ascoltata.

Dopo X ore (non ti dico quante, per non triggerarti), ho “staccato” da ciò che mi stava di nuovo riempiendo troppo. Con sensi di colpa? Sì. Ma l’ho fatto.

E volevo raccontartelo perché sia il primo passo per riuscire ad ascoltarmi davvero di più.

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Mussolini, la Serie TV e il racconto dei nonni per non dimenticare (Anche se Fa Paura)

21/01/2025

Viaggi mentali #2

Mussolini, la Serie TV e Perché Non Dobbiamo Dimenticare (Anche se Fa Paura)
Mussolini, la Serie TV e Perché Non Dobbiamo Dimenticare (Anche se Fa Paura)

Caro Diario,

La Serie TV ‘M il Figlio del Secolo’ e il Fascismo in Italia

È uscita una nuova serie TV intitolata M il figlio del secolo. Ne hai sentito parlare?
La serie racconta la storia di Mussolini, presentata con uno stile grottesco, innovativo ed estremamente inquietante, con sottili e anche no, invettive verso i tempi odierni.

“Make Italy grat again”, dicono nella serie.

Dopo ciò che abbiamo visto in TV, e non mi riferisco alla serie TV ma alla cruda realtà di questi giorni, tutti siamo sempre più preoccupati.

Testimonianze dei nonni dal Ventennio Fascista: Una Memoria da Non Dimenticare”

Di queste paure ne ho parlato con una persona che ha 92 anni e che è nata durante il ventennio fascista. Aveva poco più di 10 anni durante la guerra e conserva ancora memoria di quei tempi bui.

Ne ho parlato anche con una persona, un baby boomer, ma anche custode dei ricordi di suo nonno e del mio bisnonno, che ormai non ci sono più.

Mi hanno raccontato della paura di quei tempi, di come, anche se non la pensavi come loro, eri costretto a cambiare la tua ideologia per vivere e lavorare, seppur solo come facciata. Per lavorare, dovevi essere iscritto al partito fascista. Altrimenti, oltre a perdere il lavoro, rischiavi la vita.
“Ma come mai ai suoi comizi le piazze erano sempre piene, in tutta Italia nonostante tutto?” La risposta mi hanno detto che era semplice: erano piene di paura, grazie alla paura. Ed il sabato, nella giornata del fascismo, vestiti come piccoli fascisti, i bambini andavano ad aiutare la patria raccogliendo (o rubando) pezzi di metallo per costruire le armi per la guerra. E nel tempo libero, affamati e disperati, rischiavano la vita strisciando di notte, carponi, sotto le tende dei tedeschi in cerca di cibo.

“Ma nel paese dove vivevate, avete visto violenze da parte di tedeschi e americani?”
Sì, quando arrivano i tedeschi con un compito ben preciso: scendere dal camion con un piccolo esercito di pastori tedeschi addestrati a catturare umani. Partigiani. E fecero una strage sulle montagne.

E poi la cioccolata. Tanta cioccolata, regalata dagli americani. Che pensavo forse un clichet ma effettivamente è diventato un simbolo di quei tempi.

Primo Levi e la Memoria Storica: Un Monito per le Nuove Generazioni

Ricordo che Primo Levi diceva che, quando anche le ultime persone che avessero avuto memoria diretta fossero morte, se ne sarebbe persa la memoria di quei tempi bui.
Primo Levi ha sempre sottolineato l’importanza di non dimenticare. La società avrebbe comunque dovuto mantenere viva la memoria storica di quei tempi per evitare che simili atrocità si ripetessero. Levi temeva che la memoria storica, se non custodita gelosamente, potesse svanire, portando le nuove generazioni a sottovalutare il pericolo di ideologie totalitarie. “La memoria storica è ciò che ci impedisce di ripetere gli errori del passato”, scriveva.
Dal 1922, anno della marcia su Roma, sono passati da poco 100 anni, e quelle parole rimbombano ancora nella mia testa.

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Dopo un anno di stop, il blog riapre: sono tornata con i miei “viaggi mentali”!

21/01/2025

Viaggi mentali #1

Selfie della blogger che riapre il suo blog dopo un anno di silenzio, pronta a condividere i suoi viaggi mentali
Finalmente di nuovo qui, pronta a condividere i miei pensieri con il mondo!

Dopo un anno di silenzio, il blog riapre le porte: benvenuti nei miei “viaggi mentali”!

Caro diario,

È quasi un anno che non scrivo su questo mio spazio personale, nato ormai 16 anni fa (Oddio, il 2009 è davvero così lontano?). Mi sono chiesta tante volte quando sarebbe stato il momento giusto per ricominciare a scrivere qui, ma non ho mai trovato la chiave per farlo davvero.

Quando ho creato il mio blog, era l’unico mezzo per interfacciarmi, comunicare e scambiare idee con il mondo, in un’era in cui i social media non esistevano ancora o erano ancora agli albori. Non è un caso che, con l’avvento di Facebook, YouTube, e in seguito di Instagram, Twitter (ora X), Snapchat e TikTok, i blogger siano passati in secondo piano. Molti di noi, sì, diciamo chi più, chi meno, si sono trasformati in content creator, proprio come me, oppure hanno scelto strade lavorative diverse.

E li capisco, eh, davvero.

Perché lavorare sui social per tutti questi anni non è facile. Rimanere al passo con i tempi, adattarsi a un cambio continuo nelle modalità di comunicazione e affrontare i mezzi di comunicazione sempre in veloce evoluzione, non è affatto semplice. La verità è che ci chiedono di essere sempre sul pezzo, di essere performanti e di stare al passo con i cambiamenti rapidissimi che i social impongono. Questa, forse, è la sfida più grande, a livello mentale.

La sfida tra blog e social media: evoluzione della comunicazione

In questo continuo performare, il mio blog è passato in secondo piano. Ho canalizzato tutte le energie sui canali più in voga al momento: Instagram (parliamo pure al singolare).

Eppure, dopo tanto lavoro, tanto amore per questo blog che mi ha vista crescere, sognare e che ha fatto parte della storia dei blogger di inizio secolo, mi è dispiaciuto tanto lasciarlo “chiuso nel cassetto”. Perché mi piace tantissimo scrivere (non è un caso se ho deciso di iniziare a condividere pensieri e storie proprio su un blog, dove la scrittura ha un ruolo principale!).

Perché il blog è ancora un luogo speciale per i miei pensieri

Non so onestamente come mi sia venuta in mente questa strana idea di trasformare questo blog nel rifugio dei miei pensieri, anzi, dei miei viaggi mentali. Forse è proprio il desiderio di fare qualcosa di diverso, senza la pressione da performance, senza l’obbligo di scelte o giudizi.

Così, giusto per il gusto di farlo, senza l’assillo delle metriche. Un po’ come tornare a un luogo familiare, dove poter scrivere liberamente.

Il ritorno del blogging: un po’ di nostalgia, un po’ di novità

E se tu mi leggerai qui, forse avrai la stessa sensazione di quando hai scoperto che adesso è tornato di moda scattare con il rullino: di star vedendo qualcosa di un po’ vintage, ma che anche tu hai già vissuto. E ti riscoprirai a leggere il blog di una blogger.

Buona notte!

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Viaggio in Islanda: itinerario di 5 giorni economico!

4/03/2024

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Viaggio in Islanda: itinerario di 5 giorni economico!

Post sponsorizzato (#supplied) da Discover Cars che ci ha fornito in omaggio l’auto che abbiamo utilizzato per questo viaggio per testare il suo servizio: nessun intoppo, ci siamo trovati benissimo! Consiglio personale: vi consiglio di prendere l’ assicurazione completa sull’auto a causa delle condizioni climatiche dell’Islanda! 

Ciao Islanda 🇮🇸 

L’Islanda è nella mia wish list di viaggio (del resto, insieme a tutto il mondo diciamolo 😂) dall’età della ragione.

Ghiaccio, fuoco, mare, cascate, il bianco che si fonde con il nero.. finalmente eccoci qui, ad esplorare la vera ICE-LAND👌

Ma perché andare in Islanda in inverno? ❄️ 

Perché in inverno ed in estate si vedono due luoghi totalmente e diametralmente opposti, così diversi seppur identici: il paesaggio cambia totalmente e ci eravamo ripromessi che avremmo voluto vedere in primis questa faccia dell’Islanda, quella che ci affascina così tanto, quella più estrema. 

L’Islanda poi è il paradiso per le foto!

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Secondo Google l’alba in Islanda in questo periodo è alle ore 9 circa. Ma la realtà è un po’ diversa.. lasciatemi spiegare 😂

Inizia ad albeggiare molto prima, con il cielo che si tinge di mille colori e l’alba dura tanto, tantissimo: il sole infatti non sale mai molto, così la luce è un po’ come fosse un’alba costante (anzi, diciamo un tardo pomeriggio per noi) fino alle ore 18.00, quando ufficialmente tramonta.

Così la luce è sempre meravigliosa, perfetta per chi ama la fotografia (o girare video!). Queste sono un po’ di foto scattate fino a questo momento! 

Una cosa meravigliosa dell’Islanda in inverno è il contrasto di colore ❄️🌋

Il contrasto tra il bianco candido della neve e del ghiaccio, con i suoi riflessi argentei e blu ed il nero intenso, profondo, delle rocce e della sabbia vulcanica che nascano dalle viscere della terra sono tra gli spettacoli naturali più belli che abbia mai visto. 

In Islanda in alcuni luoghi è come vedere letteralmente tutto in bianco e nero, con il celeste del ghiaccio che ogni tanto regala un tocco di colore. 

Ovviamente questo significa anche condizioni climatiche estreme, quindi siate pronti… e portatevi i ramponi!

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Itinerario magico sulla neve per godersi la montagna in Trentino Alto Adige.. anche se non si scia!

3/02/2024
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Itinerario magico sulla neve per godersi la montagna in Trentino Alto Adige… anche se non si scia!

💡 Ecco l’itinerario completo da s a l v a r e:

– Giorno 1: CANALE DI TENNO e LAGO DI TENNO, RANGO, LAGO DI CAREZZA (Pernotto Brunico pressi fino al giorno 3)

– Giorno 2:  VIPITENO, BRESSANONE, CASCATE DI RIVA DI TURES, LAGO DI DOBBIACO

– Giorno 3: LAGO DI BRAIES, PRATO PIAZZA, SAN CANDIDO, BRUNICO

– Giorno 4: LAGO DI ANTERSELVA, PASSO SELLA, PASSO GARDENA (Pernotto a Bolzano)

– Giorno 5: BOLZANO, MERANO, FORESTA DI LAGUNDO (bonus pernotto a Madonna di Campiglio per l’escursione alla cascata di mezzo!)

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💫 Se avete altro tempo consigliamo di inserire nel vostro itinerario invernale anche:

– Ortisei

– Selva Val Gardena

– 3 Cime di Laveredo

– Lienz (è in Austria ma vicino a San Candido)

– Lago di Resia

Spero che vi sia utile! ❤️

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Spero che questo itinerario possa esservi d’aiuto! Buon viaggio!

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